Il patentino morale

Ogni volta che si avvicinano le elezioni, il Partito Democratico apre l’ufficio che elargisce il “patentino morale”. Si tratta di un foglio di carta invisibile con il bollino del Nazareno in calce. Questo documento funziona come il Green Pass: è un ricatto che ti offre una libertà coatta e temporanea, da rinnovare ogni volta. Nello specifico, la libertà sta nel non essere etichettati come fascisti, razzisti, omofobi, intolleranti, ignoranti o populisti.

Cosa serve per ottenere il patentino morale? Semplice. Bisogna sposare in pieno, completamente, fanaticamente e senza indugi ogni presa di posizione che piace al PD. Dall’europeismo alle isterie politicamente corrette, dall’immigrazione al paradigma economico, fino ai temi ambientali ed etici. La devi pensare come il PD, punto e basta. Contrariamente, verrai assalito da legioni di pennivendoli, opinionisti, influencer e “artisti” che ti ricopriranno di insulti, accusandoti di essere il male incarnato.

Alcuni, spaventati da questa prospettiva, si affannano per aggiudicarsi il patentino. In realtà, esattamente come l’infame certificato verde, si tratta di una fregatura: si viene comunque infangati, ma con l’umiliazione di essere passati sotto le forche caudine dell’egemonia culturale piddina. Avendone quindi riconosciuto l’inesistente superiorità morale.

A destra ci cascano, a sinistra ci campano.

Matteo Brandi

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