Che danno stasera in tv?

Torno a casa, mi butto sul divano e accendo la tv.

Sono le otto di sera e voglio sapere cos’è successo nel mondo. Il telegiornale che ho davanti è serio, autorevole ed equilibrato. Le notizie sull’Italia e sul resto del globo vengono date senza alcuna partigianeria e con l’unico scopo di informare gli spettatori. I servizi sono meticolosi e precisi, non tralasciano nulla ed evitano accuratamente di instillare terrore o dividere ogni questione in buoni contro cattivi.

Dopo il TG parte un talk-show. Il conduttore è un giornalista d’inchiesta che non fa sconti a nessuno. In studio sono presenti gli esponenti di due opposte fazioni. Entrambe hanno lo stesso trattamento ed esprimono senza interruzioni le proprie idee, permettendo al pubblico di farsi un’opinione completa. Ogni volta che un ospite prova ad appiccicare al suo interlocutore un’etichetta senza senso, il conduttore lo rimprovera e lo riporta sul punto della discussione.

Finita la tribuna politica, vado sulla guida e guardo quali film ci sono in programmazione. Posso optare per l’ultima pellicola premiata alla Mostra di Venezia che parla dell’impresa di un gruppo di Arditi durante la prima guerra mondiale. Oppure posso godermi l’ultimo successo di Hollywood: la storia di un cittadino che viene ingiustamente accusato di intolleranza e lotta per la libertà di parola nell’epoca del politicamente corretto. Mi piacciono entrambi i film e mi ripropongo di visionarli.

Data l’ora, preferisco godermi un veloce show satirico su una delle tante piattaforme video. Sul palco si esibisce un ragazzo che prende in giro letteralmente tutti: uomini, donne, bianchi, neri, omosessuali, lesbiche, trans, credenti e non. Alla fine, sotto scroscianti applausi, tutti i presenti capiscono che non bisogna cadere nelle isterie, che la censura denota solo malafede e che è l’autoironia rende tutto più semplice.

Si è fatto tardi. Spengo la tv.

E suona la sveglia.

Matteo Brandi

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