Quelle storie di eroi italiani

La mancanza di un’epica cinematografica che racconti le vite e le imprese degli eroi italiani nei secoli non va sottovalutata.

Al netto di pochissime pellicole, alcune delle quali certamente di rilievo come la trilogia di Magni, è palese l’assenza di un filone dedicato al tema. Mentre negli USA attorno all’epopea del West sono riusciti a costruire una vera industria filmica, noi stiamo lasciando cadere nell’oblio storie che meriterebbero di essere raccontate.

L’ultimo tentativo, distorto in chiave immigrazionista (sia maledetto il tumore piddino che stritola la produzione culturale), è stato il film sul comandante Salvatore Todaro. Purtroppo è chiara la demenziale ritrosia nel ravvivare uno straccio di amor patrio, che si tramuterebbe in una maggiore consapevolezza da parte degli italiani, umiliati giornalmente dalle fanfare del “partito dello straniero”.

Scavando nella Storia d’Italia esce fuori un tesoro di eventi e singoli personaggi straordinari. Ad esempio ho da poco scoperto le gesta della flottiglia romana nella battaglia di Abukir del 1798, dove la flotta francese fu annientata da Horatio Nelson. Ebbene le navi dell’effimera Repubblica Romana, inquadrate nella forza francese, furono praticamente le uniche in grado di rispondere al fuoco inglese riuscendo a spezzare l’accerchiamento e mettersi in salvo, contro ogni pronostico. Stiamo parlando di un pugno di romani che ebbe la meglio sulla Royal Navy, la marina più potente del mondo. Fino al 1801 quelle poche ma coraggiosissime galere rappresentarono l’unica presenza navale di Napoleone in Egitto, la “Flotte du Nil”.

Non è forse questa una storia, una delle tante, che meriterebbe di essere raccontata? Se quei marinai fossero stati francesi o americani sarebbero certamente nate un paio di pellicole al riguardo, e magari pure una serie tv.

Se pensate che questo discorso sia superfluo, vi sbagliate di grosso. La cultura, specie quella di massa, concorre al modo con cui le collettività guardano al mondo e a se stesse. Ora, guardando alla produzione cinematografica italiana degli ultimi 70 anni, nonostante gli indubbi capolavori in essa presenti, chiedetevi: che tipo di italiano esce fuori dal grande schermo?

Matteo Brandi

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