Giorgia Meloni? All’Italia serve altro.

No, non vi ha tradito.
No, non vi ha fregato.
No, non vi ha deluso.

Siete voi a non averla ascoltata bene. Giorgia Meloni ve lo ha detto in faccia svariate volte: il suo sarebbe stato un governo europeista e atlantista. Ossequi a Biden e lodi a Draghi hanno preceduto di mesi le elezioni nazionali. Ma allora perché l’avete votata?

Certo, l’idea di strappare Palazzo Chigi al PD, ovvero il partito degli anti-italiani per eccellenza, vi allettava. Lo capisco. Tuttavia, ponendo una X su Fratelli d’Italia, avete premiato solo una sfumatura del paradigma dominante. Magari una sfumatura meno globalista e priva di isterie woke, ve lo concedo, ma comunque non un’alternativa reale.

Ad alcuni è bastato un tweet di Giorgia contro il Green Pass, ad altri la semplice contrapposizione novecentesca destra-sinistra a cui non hanno saputo resistere e ad altri ancora è sembrato giusto “provarci”. Per non parlare dei rivoluzionari da social a cui, alla resa dei conti, le prese di posizione davvero radicali affaticano le meningi.

Risultato? Nessuna messa in discussione dell’appartenenza dell’Italia al moloch europeo, firma sul nuovo Patto di Stabilità all’insegna del ritorno dell’austerità e passerelle a Kiev, con tanto di dichiarazioni d’amore verso una guerra che sta trascinando l’Europa in recessione.

Davanti a ciò le scuse e le giustificazioni si sprecano. “Non potrebbe fare altrimenti!”, “È sotto ricatto!”, “Eh ma se non fa così non governa!”

Ca**ate. La Meloni si è solamente andata ad aggiungere a una lunga, squallida sequela di governi innamorati del vincolo esterno. Non smetterò mai di ripetervelo: a questi omuncoli non serve alcuna coercizione perché ragionano da camerieri a prescindere dal contesto. E se anche avessero due metri di margine di manovra non ne utilizzerebbero neppure un centimetro.

Che fare dunque? Piantarla di fornire alibi a chi svende l’Italia, piantarla di frignare in attesa dell’apocalisse o del salvatore straniero e piantarla di invocare soluzioni estreme a cui, puntualmente, non si dà alcun seguito.

Basta arrampicate sugli specchi e basta cadute dal pero. Bisogna COSTRUIRE, con pazienza e costanza, qualcosa di nuovo. E tocca farlo riscoprendo tutto ciò da cui ci hanno allontanati: militanza, territorio e ideali.

Sic et simpliciter.

Matteo Brandi
Pro Italia – Segreteria Nazionale

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