Polvere o inchiostro?

polvere o inchiostro

Prendete un libro di Storia, uno di quelli che se ne sta come una vedetta silenziosa sullo scaffale.

Apritelo.

Sapete cos’è quella patina di polvere adagiata sulle pagine?

Sono i milioni, i miliardi di esseri umani che si sono avvicendati su questo pianeta. Che sono nati, cresciuti e morti nei secoli, dall’alba dei tempi fino ai giorni nostri.

Sono coloro che non hanno fatto nulla per cambiare l’epoca in cui hanno vissuto: vi hanno solo sopravvissuto. Il mondo, attorno a loro, cambiava, nelle meraviglie e nelle tragedie, ed essi hanno pensato solamente ad arrivare vivi a sera.

Molti non hanno avuto scelta. Tanti altri invece sì, eppure si sono rassegnati a subire la Storia, ad assistervi come spettatori passivi, o peggio, come pedine inconsapevoli.

Prendete un bel respiro e soffiate via la polvere.

Ecco che riaffiorano le parole, scritte con l’inchiostro. Nomi e gesta. Il marchio indelebile di chi, invece, la propria epoca ha voluto prenderla per le redini. Alcuni vi sono riusciti e l’hanno domata. Altri sono caduti. Ma la loro caduta è stata così grande da lasciare il segno sulla pagina che avete sotto gli occhi.

Rivoluzionari vittoriosi, generali ambiziosi, inventori geniali, scienziati folli, navigatori coraggiosi. Popoli, nazioni, imperi, orde, tribù. E le loro azioni.

Quanti, se tornassero in vita, potrebbero dire: “in quelle gesta ci sono anch’io”?

Perchè un contadino infuriato che scaglia un sasso contro le finestre di Versailles è stato come un Giulio Cesare che attraversa il Rubicone. Hanno agito, entrambi.

In fin dei conti questa è la scelta, da sempre. Sopravvivere alla Storia o provare a scriverla.

Polvere o inchiostro?

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